Il cibo nei documenti e nelle cronache medievali
Nel Medioevo la zuppa o minestra era considerata un cibo iniziale ideale perchè scaldando lo stomaco lo predisponeva a ricevere bene le altre vivande.
Ma l'uomo medievale amava soprattutto i maccheroni, le lasagne ed i ravioli. Il termine maccheroni indicava sia la pasta ripiena che quella lunga. I maccheroni romaneschi erano preparati in strisce sottili, mentre i maccaroni siciliani erano simili ai vermicelli e bucatini. I ravioli erano paste ripiene di carne o di verdure. I piatti di carne erano vari e più o meno si usavano gli stessi anomali di oggi tranne il tacchino importato dall'America dopo la sua scoperta. Si faceva un gran uso di cacciagione.
Verdure di ogni tipo accompagnavano la carne o pesce ed erano, in genere, le verdure che troviamo sulle nostre tavole tranne, peperoni, peperoncini, carciofi, fagiolini verdi, mais, patate e patate dolci.
In genere dopo un pasto abbondante, soprattutto di carne, l'uomo medievale digeriva mangiando mele o per non troppo mature Poi si gustavano i confetti consistenti in spezie o frutta cotta nello zucchero o nel miele, adatti a stimolare la digestione. Si facevano con zenzero, anice, scorze d'arancia, mandorle, nocciole, datteri e prugne secche.
Spesso il pasto terminava con biscotti che i commensali gustavano intingendoli in vini giovani aromatizzati. Non solo i ricettari medievali ci introducono nel mondo della cucina di allora, ma utili notizie si possono trovare nei cibi dei romanzi cortesi, nei documenti papali, nelle doti delle spose ed in tanti scritti dell'epoca.
Naturalmente i precetti della chiesa facevano sì che in certi giorni (venerdì) od in altri periodi (quaresima) si dovesse astenersi dalle carni. Tali restrizioni erano malviste, soprattutto dal popolo, che aveva difficoltà a trovare alimenti altenativi alla carne. Perciò nacquero i racconti fiabeschi di un paese di Bengodi o di Cuccagna ove si poteva mangiare di tutto in abbondanza e senza restrizione alcuna. Questo fu anche il motivo per cui il carnevale dava luogo a solenni abbuffate in previsone dei tempi magri della Quaresima.
In Italia, nel medioevo, erano di uso corrente una cinquantina di vini, ma altri ve ne erano limitati alla produzione privata, ai conventi e agli Ordini monastico-militari.
Le tovaglie dovevano essere candide e usando le mani per mangiare, si lavavano prima , durante ed alla fine dei pasti.
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